sacro - opere pubbliche


Beato Rolando Rivi, 2015

Olio su tavola 70 x 64, 2015

Parrocchia di S. Maria Assunta, Bibbiano (RE) 

 

La foto in Bianco e nero più diffusa di Rolando Rivi ce lo mostra con il tondo cappello da pretino e la talare che lui non abbandonava mai perché  “è il segno che sono di Gesù” diceva.

Nel mio lavoro il tondo cappello è diventata l’aureola dorata che ne circonda il capo. E’ realizzata in foglia d’oro, perché più luminosa del colore oro, segno della luce della gloria di Cristo che investe questo giovane martire della fede. Testimone  fedele fino alla morte. I tratti del volto rispettano i caratteri fisionomici affinché sia riconoscibile.

Brandelli di oro si trovano anche nella palma, simbolo del martirio, che stringe nella mano, ma il colore che prevale nell’insieme è il rosso ad indicare il sangue versato. Rossa è la sua veste, rosso lo sfondo e rosso il  bosco, rappresentato  nella parte sinistra dell’opera, il  luogo  ove si è consumato il dramma del martirio di questo ragazzino di 14 anni, anche  gli alberi e la natura tutta guardano con orrore e desolazione a quanto si sta compiendo  e si arrossano del suo sangue.

Il Seme che muore genera vita nuova , nuova speranza.

“La sola forza, con cui il cristianesimo può farsi valere pubblicamente, è in ultima analisi la forza della sua interna verità. Questa forza però è oggi indispensabile come sempre, perché l’uomo senza verità non può sopravvivere. Questa è la speranza sicura del cristianesimo.”

(J. Ratzinger, Chiesa, ecumenismo e politica, 1987).



San Michele Arcangelo, 2014

Olio su tavola 100x70, 2014

Chiesa Parrocchiale di Mezzema - Deiva Marina (SP)

 

"Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione." 

(Paolo VI)

 

San Michele sta lottando con il demonio e lo vince trafiggendolo con la lancia impugnata con grande forza con entrambe le mani. La sua forza viene da Dio a cui rivolge lo sguardo rovesciando indietro la testa che viene illuminata dalla luce dorata che scende dallo alto, dalla gloria di Dio.

San Michele è vestito da soldato romano, secondo tradizione, perché è il principe guerriero,  comandante delle schiere celesti, inoltre è uno degli  angeli che è costantemente alla presenza di Dio, immerso in uno spazio sacro e infinito  che qui è indicato dai colori bianco e oro.  Le grandi e lievi ali azzurre si dilatano nello spazio, oltrepassano i limiti della tavola quasi a volersi confondere con lo spazio infinito.

I  colori naturalmente si adeguano al soggetto: nella parte superiore e centrale dominano i colori chiari il bianco, l’azzurro, l’oro, colori che richiamano la luce , la radiosità,  lo splendore del vero;  nella parte inferiore i colori si fanno scuri, fumosi, prevalgono il nero, vari toni di grigio, il rosso ad indicare la presenza del demonio, del buio della mente e del cuore. Ma Michele sconfigge il  male perchè  "Chi è con Dio tutto può. E nulla può Satana su chi è  con Dio. Perché chi è come  Dio?"  (diario mistico della veggente contemporanea Maria Valtorta). 



Madonna dell'aiuto o del conforto, 2013

 

Olio su tavola 100 x 70

Cappella vescovile, Carpi

 

Il Vescovo di Carpi mi aveva chiesto un'opera che significasse che lo sforzo di ripartire, di riedificazione dopo il terremoto nella città di Carpi, non era semplice frutto dell'operosità dell'uomo.

 

Pensando al Catechismo della Chiesa Cattolica - "Dai tempi più antichi la Beata Vergine è venerata col titolo di Madre di Dio, sotto il cui presidio i fedeli, pregandola, si rifugiano in tutti i loro pericoli e le loro necessità" - ho pensato ad un quadro così. 

Un quadro dove "la terra d'ombra bruciata" è il colore usato per "disegnare" i contorni e le ombre della figura di Maria Assunta, il colore che prevale però è il bianco a cui si aggiungono la polvere d'oro e i colori dell'incarnato. Motivo di questa scelta cromatica è il significato che questi colori hanno in sé: il bianco e l'oro sono i colori che indicano la luce, una luce infinita, eterna, sacra... e Maria è luce che guida, che illumina il cammino, che accompagna benevolmente nella fatica quotidiana.

Nella parte inferiore a destra e sotto i piedi di Maria ci sono macerie: travi, mattoni, calcinacci, tutti segni di distruzione. Invece nella parte sinistra si vede già un cantiere all'opera con le impalcature, la gru, i tralicci puntati verso il cielo; si inizia a ricostruire e Maria ogni giorno sostiene il lavoro dell'uomo. Ha le braccia conserte a significare l'abbraccio con cui porta (nel senso di sostenere, guidare, supportare) tutti noi. 




Murale della Resurrezione, 2013

Colori acrilici su intonaco 1,89 x 4,15 

Cappella funeraria famiglia Romagnoni,

Camposanto di Settimo Milanese

 

La scelta del soggetto è emersa da un intenso colloquio avuto con la committente, che mi esponeva il motivo per cui desiderava rendere bella, luminosa e accogliente la cappella di famiglia con un soggetto che spalancasse ad un Altro, a un Oltre, all'Eternità.

Ascoltando le sue motivazioni mi è sembrato naturale proporre la Resurrezione come soggetto per la parete principale di fondo. Cristo ha vinto la morte, la vita trionfa. Ho voluto dipingere un Cristo trionfatore, in parte avvolto dalle bende, con il vessillo della vittoria che sventola perché lo spirito soffia forte; la pietra del sepolcro è rotolata via, dal buio emergono le bende attorcigliate, si srotolano, ondeggiano, quasi prendono vita nell'impeto dell'ascesa. Anche la natura pare inchinarsi, piegarsi, all'impeto dello Spirito che soffia.

 

Sullo sfondo del sepolcro appare il mare infinito e le erbe che si piegano al soffio impetuoso dello Spirito che accompagna il Risorto, le colline sfumano nel cielo che diventa sempre più luminoso, un trionfo di luce che continuerà sul soffitto a volta diventando crepuscolare verso la controfacciata della cappella. 



Maria Madre della Chiesa

Olio su tavola 100x70

Chiesa Parrocchiale SS. Nazaro e Celso, Bareggio (MI)

Santuario della Madonna Pellegrina Mutilata, Bareggio (MI)

 

Ne esistono due versioni dipinte per le due parrocchie di Bareggio posti come segno della costituzione della Comunità Pastorale Maria Madre della Chiesa di Bareggio.

 

 

Al termine della terza sessione del Concilio Ecumenico  Vaticano II, Paolo VI ha proclamato Maria Vergine “Madre della Chiesa” con queste significative parole: “A gloria della Vergine e a nostro conforto, noi proclamiamo Maria SS. “Madre della Chiesa”, cioè di tutto il popolo di Dio, tanto dei fedeli come dei pastori, che la chiamano Madre amorosissima…. E’ Madre di Colui (Gesù) che fin dal primo istante della sua incarnazione nel suo seno verginale, ha unito  a Sé, come Capo,  il suo Corpo Mistico che è la Chiesa. E’ vera Madre nostra, poiché attraverso di lei abbiamo ricevuto la vita divina. Ella ci ha dato con Gesù la sorgente stessa della grazia”.

 

Il P. Roschini, grande mariologo, afferma che la Madonna spiritualmente ha concepito e partorito

la Chiesa (Corpo di Cristo) quando ha concepito e partorito Cristo, Capo del Corpo Mistico, mentre concepisce e dà alla luce i singoli uomini nel Battesimo .

Poi durante la vita terrena ci porta nel suo grembo, ci tiene tra le sue braccia, ci aiuta a crescere spiritualmente e un giorno ci porterà alla perfetta vita soprannaturale ossia ci genererà alla vita della gloria sbocciata dalla vita della grazia: in altre parole ci presenterà e ci introdurrà al cielo.

 

Questa idea, definizione, di Maria che durante la vita terrena ci porta nel grembo, è stata quella che più mi ha colpito, affascinato, e che ho voluto tradurre in opera.

 

Tecnicamente è realizzata ad olio su tavola con imprimatura a gesso e misura cm. 100x70.

La “terra d’ombra bruciata” è il colore usato per “disegnare” i contorni e le ombre della figura  di Maria Madre della Chiesa, il colore che prevale è però il bianco a cui si aggiunge della polvere d’oro e i colori dell’incarnato. Motivo di questa scelta cromatica è il significato che questi colori hanno in sé:  il bianco e l’oro sono i colori che indicano il sacro,l’ eterno, la luce … e Maria è luce che guida , che illumina il cammino, che ci accompagna amorevolmente nella quotidiana fatica.

Maria è in movimento, non è statica, lo Spirito Santo è in Lei, il Vento soffia .           

(Nell’ iconografia tradizionale di Maria Madre di Misericordia la vediamo in piedi a reggere il manto che allarga più che può con le braccia aperte. Una posa statica. E i fedeli, molto più piccoli di Lei, sono ai suoi piedi, più lontani dal suo cuore. Qui c’è una novità.)                                               

 

Il fulcro, il centro, della composizione è il grembo e il rapporto che si instaura con lo sguardo di Maria. ed è evidente un certo sforzo fisico nel sollevare le cocche del drappo, per portare i fedeli più in alto, più vicino al suo cuore. Maria raccoglie e custodisce nel grembo, simile a  barca mistica ,  il popolo di Dio, ( Cristo stesso gliel’ha affidato dall’alto della Croce), lo solleva e lo guarda maternamente, con infinita tenerezza. Illuminata da Maria la barca della Chiesa arriverà al porto sicuro, all’ approdo... a Cristo.



Otto testimoni del nostro tempo, 2004

Otto dipinti ad olio su tavola, ciascuno di  100x70 

Sala Convegni Parrocchia SS. Nazaro e Celso, Bareggio (MI) 

 

Da un dialogo con Don Gerolamo Castiglioni a proposito di santità, ciò che ho trattenuto, che ho capito e che mi ha fatto muovere (nel senso di dipingere) è questo : il Santo non è un superuomo, ma è un uomo "vero" perché aderisce a Dio, e quindi all’ ideale per cui è stato costruito il suo cuore e di cui è costituito il suo destino. Ciò significa " fare la volontà di Dio" dentro un’umanità che rimane tale e pur diventa diversa.

Perciò il Santo è testimone di Cristo nel tempo in cui vive e diventa una risposta di Dio alle necessità spesso drammatiche, tragiche, violente e disumane dell’epoca. 

Per grazia di Dio i santi conosciuti e sconosciuti sono moltissimi, è quindi stato necessario fare una scelta. Il criterio di tale scelta è stato quello di guardare a dei testimoni  vissuti nel XX secolo, perciò nostri contemporanei, partecipi degli avvenimenti storici che anche noi abbiamo vissuto direttamente o indirettamente. Questi testimoni del e nel nostro tempo sono:

  • Madre Teresa di Calcutta
  • Suor Benedetta Teresa della Croce (al secolo Edith Stein, proclamata nel 2003 compatrona d’Europa con San Benedetto)
  • Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi (la prima coppia di  sposi nella storia della chiesa ad essere elevata all’onore degli altari)
  • Leonid Fedorov
  • Padre Massimiliano Kolbe
  • Gianna Beretta Molla
  • S. Riccardo Pampuri
  • S. Padre Pio

Ho cercato di cogliere la bellezza della santità guardando ai gesti quotidiani di queste persone ambientandole nei luoghi ove hanno testimoniato la loro adesione a Cristo.

Al posto delle aureole vi sono delle aperture o delle finestre che indicano la loro apertura all' Infinito.




Madonna degli immigrati, 1980

Tempera su tavola, 70x50

 

 

Nel 1980 il "Gruppo Immigrati" di Buccinasco (Corsico) venne a chiedermi di dipingere una  Madonna, la Madonna degli Immigrati, da porre nella nuova Chiesa come segno della propria presenza nella Comunità Parrocchiale.

Oggi, dopo 35 anni, la Madonna degli Immigrati è sempre oggetto di devozione, illuminata dai numerosi ceri che la devozione popolare accende davanti alla sua immagine. Devozione ovviamente non solo degli Immigrati ma anche delle persone più svariate, molte delle quali  sono migranti giunti nel nostro Paese  da varie parti del mondo. 

Ho voluto rappresentare Maria, con Gesù Bambino in braccio, che emerge da uno spazio luminoso affacciandosi ad una finestra sul cui davanzale è posta una ciotola con dell’acqua. La Madonna volge lo sguardo alla ciotola come un muto invito a fermarsi e bere di quell’acqua per riprendere forza nel cammino della vita.

"..e giuso,  intra i mortali, / se’ di speranza fontana vivace" (Paradiso,XXXIII) E’ un umile  e materno gesto di accoglienza condiviso anche dal Bambinello che spalanca le manine offrendoci la Sua Presenza. 



la Madonna del Buon Consiglio, 2007

Questo quadro è nato dal desiderio di tener viva la memoria di un luogo caro ai bareggesi, la Cascina De Vinci, e del fatto prodigioso accaduto nel 1827 nei suoi terreni. Un contadino che stava arando dovette fermarsi perché i buoi si rifiutavano di proseguire anzi, si inginocchiarono. Sul luogo fu rinvenuta una formella in cotto raffigurante la Madonna col Bambino .

Per conservare e proteggere questa immagine fu costruita una piccola edicola, recentemente restaurata, posta all’ incrocio di strade  e  significativamente dedicata alla “Madonna del Buon Consiglio”.

Dalla prima richiesta- ipotesi di dipingere la cappelletta , “riguardando” al motivo per cui è sorta ho ritenuto più significativo recuperare ed evidenziare l’immagine della Madonna col Bambino. Perciò nel dipinto, che “rivisita” la formella, la Madonna con una mano sostiene il Bambinello e con l’altra ci offre questo luogo, questo piccolo ma accogliente punto di riferimento ove poter sostare  e pregare.

Il quadro è stato donato dalla Dott. Monica Gibillini al termine del suo mandato come consigliere e vicepresidente del Consiglio al Comune di Bareggio.

 

Gennaio 2008



Santuario della Madonna Pellegrina, 2006

MEMORIA  E FEDE

 

Michele Dolz

 

Mi sono seduto per guardare meglio mentre Mariateresa mi racconta la storia.  Era il 31 luglio 1948 e la processione, partita dalla parrocchia di Bareggio, incedeva familiare e solenne tra i campi di granoturco alla volta di San Pietro all’Olmo. La Peregrinatio Mariae.

Il pannello, lungo e stretto, mi costringe a spostare lo sguardo da un lato all’altro, è una vera processione in predominanza  azzurra, come la teoria di bianche figure che seguono la Madonna, come il manto di Maria. Ma è giorno o notte? E’ notte ma dai pennelli della pittrice è uscita una mistura di luce e tenebra, allucinata come il mobile punto di vista dal quale ha preso i ricordi di quel triste giorno…

Un attentatore, riferisce, aspettava il corteo tra le alte piante di granoturco e al momento giusto si  issò su una sedia e mirò dritto al carro della Madonna. La bomba esplose feroce e inattesa.  E’ vero! Qui nel dipinto nessuno sembra accorgersene ancora. Un boato rosso vivo rosso sangue amore innocente irrompe al centro del pannello. Copre solo la Madonna. Oppure è la Madonna che lo ferma? Ah, guarda, fu  un miracolo, perché nessuno risultò gravemente ferito, e pensa a quelle povere bambine…

Mariateresa mi mette in mano delle fotocopie di giornali di allora, usciti tra lo scandalo e il timore.  La sedia! Eccola in un angolo del dipinto tra gli steli che ondeggiano allo scoppio. Perché, mi domando. In fondo quell’uomo aveva la fede che credeva di non avere, o quantomeno era persuaso che quella Madonna esercitasse un potere reale sulle persone, e a lui la  cosa non andava bene. A lui. Non so chi fosse, meglio così. La Madonna Pellegrina mutilata, che reca ancora i segni del danno, lo avrà guardato sempre con misericordia, anzi con amore vero. Lei si prese l’offesa, come suo Figlio carica su di sé ogni giorno i peccati di tutti noi. Così è.

Conosco bene questo studio  luminoso di Mariateresa, a due passi dal luogo dell’attentato. Qui avvengono misteriosi processi di trasfigurazione. I ricordi, gli schizzi, le foto diventano piano piano poesia. A volte sono larghe, dense spatolate di colore, memoria del suo maestro e amico Bill Congdon. Altre volte si allarga in segni filamentosi, le ho detto che mi ricordano Previati, ma non so se abbia gradito. Spesso mette tutto insieme. Le tavole, perché dipinge rigorosamente su pannelli di medium density, devono dopo riposare in un lungo sonno, ed è lì che avviene il prodigio, nel silenzio e nel mistero, come cresce una pianta a nostra insaputa, o piuttosto come un figlio nel grembo. Vivranno di vita propria o ….moriranno senza pietà.

Nell’altro pannello l’attenzione  è inevitabilmente captata dal Cristo Pantocratore. Non ti sarai messa anche tu a dipingere icone!, le dico senza pensare e quasi senza guardare. Guarda che questa immagine è molto importante per noi, protesta. E’ un affresco della Chiesina di Santa Maria della Brughiera, questi nomi bellissimi di una volta, una cappelletta costruita  nel  1482, la più antica e magnifica, che parla degli  Umiliati e di quel bisogno di piantare segni del  sacro, o meglio della fede, dovunque si vivesse o si lavorasse. Venivano da San Pietro all’Olmo per dissodare le terre e portarono il primo insediamento diciamo parrocchiale. Poi, in fasi successive, la comunità cristiana è andata prendendo forma. Le impalcature del pannello parlano di una metafora pittorica ben approfondita da Mariateresa: costruire e ricostruire. Così è la vita dell’uomo, così la società, così le comunità e perfino la fede. Costruire e ricostruire. I ponteggi dei palazzi impongono al dipinto una rete di segni vicina all’astrattismo ma, non so come, piena di vita umana. Insomma, non occorre spiegare, perché lo capiscono tutti, che lì non è raffigurato un ponte ma l’uomo che costruisce. Niente retorica, assolutamente, è un tocco così delicato e discreto che viene da benedire l’invisibile persona che erige e fabbrica.

Qui si innalzano chiese, le storiche sedi parrocchiali, oppure palazzi? Oppure l’uomo stesso? I colori quattrocenteschi del Pantocratore, richiamano di nuovo l’attenzione. L’artista mi fa notare un gruppo di persone che guardano verso Cristo, perché ogni costruzione, chiarisce rispettosa, deve partire da Cristo. Osservo la scritta che reca il Salvatore: “Io sono la luce del mondo, la via, la verità, la vita”.

Tornerò a casa con qualche fotografia, per guardarle ancora. Dopo le proietterò in qualche lezione e dirò che si può fare pittura religiosa con i nostri mezzi, lasciando il passato al suo posto, si possono inventare allegorie comprensibili, si può ancora narrare per immagini senza fare fumetti, si può ancora, perché si potrà sempre, dire la fede con i pennelli.

 

Maggio 2006

PROGETTO DI DUE DIPINTI

 

Per il Santuario della Madonna Pellegrina Mutilata, San Martino di Bareggio (MI).

In occasione dei 50 anni della nascita della parrocchia e dei 40 anni della consacrazione della Chiesa.

Ogni opera misura m. 4,00 x 1,05 ed è composta da tre pannelli ravvicinabili in mediodensity dello spessore di mm. 12 e delle seguenti misure m. 1,00x1,05 – m.2,00x1,05 – m.1,00x1,05. Tutti i pannelli  hanno come preparazione di base un’imprimitura bianca a gesso e sono dipinti ad olio.

 

 

SOGGETTI

Nel primo pannello che può essere titolato “31 luglio 1948” piuttosto che ”Attentato alla Madonna Pellegrina” è rappresentata la processione della statua della Madonna Pellegrina che si svolgeva dalla Parrocchia di Bareggio a quella di San Pietro all’Olmo (Peregrinatio Mariae) nella sera del 31 luglio 1948. Il gesto violento ed oltraggioso fu proprio nei confronti della Madonna, del suo simulacro, che ancora oggi lascia vedere il danno subito; l’assurdità del gesto denota anche una enorme incoscienza, un cieco odio, data la presenza vicino alla statua di tante bimbe e del gran numero di persone al seguito.

Ho voluto rappresentare il momento in cui scoppia la bomba sul carro e le persone ancora non se ne rendono conto. Il bianco, il giallo, e una fiammata di rosso dominano la zona centrale  e illuminano la notte e i campi di granoturco, già alto, attraverso cui sta passando la processione.

Oltre alla luce intensa, lo scoppio provoca un movimento immediato della natura come se si aprisse una nuova strada fra i grandi campi  di granoturco che  ondeggiano verso i lati esterni coinvolgendo anche la processione.

Sulla sinistra avanza la testa della processione col Crocifisso.  Sulla destra si intravede la seggiola usata dall’ attentatore, che sta fuggendo, per salirvi e mirare la statua sul carro.

Ho cercato di rispettare e tener presente il più possibile quanto le notizie dell’epoca , più o

meno dirette, riportavano fissando il dramma dello scoppio della bomba al centro della composizione e fissando anche le parole del Cardinale Schuster al riguardo”Cara Madre nostra davanti alla Madonna Mutilata non giustizia ma misericordia”.

Questo episodio fu letto anche come un segno che la Madonna volesse fermarsi a San Martino e che le fosse dedicata una chiesa e data la situazione storica una parrocchia.

 

Nel secondo pannello è rappresentata la nascita della nuova comunità parrocchiale : vi sono costruttori di chiese e costruttori di umanità . Significativa per il soggetto è la frase di Péguy : “Bisognava sempre ricominciare temporalmente quelle fondazioni eterne, di origine eterna, di regola eterna, di intenzione eterna.”

La Chiesa-edificio è il segno architettonico dell’assemblea, di cui le persone sono pietre vive

Che ne permettono la nascita, la crescita, la missionarietà.

Al centro della rappresentazione ho voluto riprendere la figura del Cristo Pantocratore, affrescato nella chiesuola della Brughiera, che benedice con la mano destra e con la sinistra regge il Vangelo con la scritta “io sono la via, la verità e la vita”.

Questo per due motivi: primo perché Cristo si è incarnato ed è origine e fondamento della Chiesa e questa immagine è la più antica e la più bella della nostra zona, fa parte della nostra storia; secondo è il centro della composizione del pannello come Maria  è al centro dell’altro .

Intorno alla  figura di Cristo  si sviluppano   impalcature che richiamano alla laboriosità dell’uomo, al costruire e ricostruire quelle fondazioni eterne che riguardano non solo gli edifici sacri  ma anche l’uomo.

In questo secondo pannello prevalgono i riferimenti storico- ambientali  a partire dall’ affresco ai vari edifici consacrati  inerenti alla storia della vita cristiana di San Martino.



Beato Pino Puglisi, 2016

Bozzetto in scala 1:4,

olio e foglia oro su carta

50x17,5 

 

Oro. Il Beato Pino Puglisi ho voluto già inserirlo, anche se non ancora santo, in una luce dorata che parte dall’ aureola più intensamente dorata, per indicare la luce che da lui promana e che già da vivo portava nelle zone buie della vita ed in particolare nel quartiere palermitano di Brancaccio.

Luce che è Cristo, gloria di Cristo che rifulge nella testimonianza di fede con il sangue versato.

Rosso. Martire della fede perciò vestito di rosso colore del sangue e con l’abito liturgico in quanto sacerdote. Stringe al petto, in un abbraccio, la palma del martirio, perché ben consapevole che il suo amore per la Verità gli sarebbe costata la vita.

Sullo sfondo dorato vi sono dei graffiti significativi che rimandano alla sua vita: un girotondo di bambini/ragazzi, per la cura e l’attenzione che ha sempre dedicato all’ educazione dei giovani dato il suo carisma di educatore; la pistola, strumento della sua uccisione/esecuzione; delle porte aperte, ad indicare le tante porte da lui aperte come possibilità di vita nuova e di dialogo per tutte le persone da lui incontrate.

E in primo piano lo scorcio di una porta aperta per Lui: la porta del Paradiso.

 



Elenco delle opere pubbliche

2016

- "Madonna del Rosario e della battaglia di Lepanto"- Murale eseguito con colori acrilici su base di gesso acrilico 100 x 70 - Inveruno (MI)

2015

- "Beato Rolando Rivi"- Olio su tavola 70 x 64 - Parrocchia di S. Maria Assunta ,  Bibbiano (R.E.). Una seconda versione dell'opera si trova nell'Arcivescovado di Reggio Emilia.

2014

- "San Michele Arcangelo" - olio su tavola 100x70 - Chiesa Parrocchiale San Michele Arcangelo - Mezzema di Deiva Marina (SP). Una prima versione dell'opera si trova nell'Arcivescovado di Reggio Emilia.

2013

- “Madonna dell'aiuto o del conforto” - olio su tavola 100x70 - Cappella Vescovile - Carpi.

- “Resurrezione”, murale a colori acrilici su intonaco 415x180 - cappella funeraria - Camposanto di Settimo Milanese.

- “Sacra famiglia” - olio e foglia d'oro su tavola 100x70 - Wambo / monastero Trappista in Angola

2012

- “Pittura, poesia e ambiente” - Corrispondenza fra i dipinti di Carbonato, le poesie di Montale e il paesaggio ligure (foto di A. Desco) - Conversazione di Elisa Bertozzi e Mariateresa Carbonato con immagini

- “Maria Madre della Chiesa”, due versioni dipinte per le due parrocchie di Bareggio posti come segno della costituzione della Comunità Pastorale Maria Madre della Chiesa di Bareggio, olio su tavola, 100x70.

- “Angeli”, nove tavole sugli angeli a commento del testo di "Poesie sugli angeli" (dizioni Messaggero) di Monsignor Massimo Camisasca (attuale Vescovo di Reggio Emilia), olio su carta e tavola, 50x35.

2009

- “Sempre in cammino” , murale di m 2,50 x 3,90/2,20 , Società Cooperativa Sociale “Futura” – Bareggio (MI).

- “Madonna dell'Accoglianza”, tenica mista su tavola 80x70, Casa Accoglienza - Rovereto (TN).

- “Madonna delle Grazie”, olio su tela 200x120, convento Suore Trappiste a Mindanao Matotu (Filippine).

- “Padre Leonid Fedorov”, bozzetto a china poi realizzato su tavolo di marmo a Kirov (Russia).

- “Resurrezione”, pannello in terracotta 70x150 - Cimitero di Mezzema.

2008

- “Accoglienza” , opera murale m 2,00x 3,80, Asilo Nido Il Germoglio - Bareggio (MI).

- Pubblicazione di 13 opere su “Adesso 2009”, libro per la casa, di P. Massobrio, ed. Club di Papillon.

2007

- “Madonna del Buon Consiglio” (in memoria della Cascina de Vinci), olio su Tavola 100x50, Municipio di Bareggio (MI)

2006

- “Attentato alla Madonna Pellegrina” e  “Costruire la Chiesa costruire l’uomo” - Due pannelli ad olio su tavola 100x400 ognuno. – Chiesa Parrocchiale Madonna Pellegrina – San Martino di Bareggio (MI).

- “S. Lucia e storia del suo martirio” ,  su un  unico pannello due oli su tavola 50x64 e 50x36 - Chiesa Parrocchiale Madonna Pellegrina – San Martino di Bareggio (MI)

2005

- “Madonna dell’Accoglienza”, tondo in terracotta diametro cm.42 - Associazione La Cometa - Como

2004

- “Otto Testimoni del nostro tempo” : S. Riccardo Pampuri, S. Padre Pio, S. Massimiliano Kolbe, S. Madre Teresa ,  S. Gianna Beretta Molla, S. Benedetta Teresa della Croce (Edith Stein), S. Leonid Fedorov, SS. Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi. Otto dipinti ad olio su tavola, ciascuno di  100x70 presso la Sala Convegni Parrocchia SS. Nazaro e Celso – Bareggio (MI).

1997

- “S.Cristoforo con Gesù Bambino che attraversa il fiume appoggiandosi alla Croce” - Pannello in terracotta rossa 50x70 – Cimitero di Mezzema (Deiva Marina).

“Don Alfredo Carbonato”- pannello in terracotta rossa 50x70– Cimitero di Mezzema.

1981

- “Madonna degli Immigrati”, tempera su tavola 80x60, Chiesa Parrocchiale di S. Maria Assunta – Buccinasco (MI).