Il quotidiano nell'eterno
Conosco Mariateresa da oltre vent'anni, da quando mi invitò a seguire un gruppo di giovani artisti da poco diplomati all'Accademia di Brera. Ogni sabato ci si incontrava a Seregno nello studio di un pittore per copiare la modella. Ci fu proposto poi di fare una mostra in San Lorenzo.
Mariateresa andò poi ad abitare a Bareggio dove, l'impegno della numerosa famiglia di quattro figli, la tenne lontana dall'attività artistica.
Ci siamo poi riincontrati al Centro San Protaso, a Russia Cristiana e alla mostra di Arte e Comunità dell'UCAI e alla sua bella mostra alla Famiglia Artistica Milanese.
Riprende così la sua meditazione sul quotidiano nell'eterno: il quotidiano nella propria casa, una sedia sul pavimento a scacchi, un cesto di frutta, tazze e fiori, visti e dipinti come un atto di contemplazione e di preghiera.
Comparvero all'improvviso i Crocifissi fioriti della Liguria, dallo spirito di una gioiosa festa pasquale.
Mariateresa si apre allora andando lontano sulle montagne del Sinai, dipingendole nella loro calda grandiosità rocciosa che quasi inghiotte il cielo.
Ritornando a Bareggio dipinge il Crocifisso sulle pietre grige del muro esterno della sua casa, crocifisso nell'atto di risorgere e proteggere Letizia, l'ultima nata, che nel recente ritratto di Mariateresa sta leggendo: capelli scuri, gomito sul tavolo, vestito rosa sul fondo del prezioso grigio che avvolge anche il bel ritratto del padre Angelo dai capelli e dalla barba scuri, che serenamente guarda e medita. Ritratto che nella sua qualità di trasfigurazione pittorica dona stupore e pace.
ottobre 1998