Marcare la soglia
Vi è uno che possiede ciò che io dissi. (...) Lo porta di soglia in soglia e mai non lo getta.
Così scriveva Paul Celan nel 1952 in Chanson di una dama nell'ombra, esaltando nel simbolo della soglia i valori familiari. E nel poeta di cultura ebraica, che di lì a pochi anni avrebbe dato alle stampe una nuova raccolta di poesia intitolandola Di soglia in soglia, la soglia assume il significato di casa ed è quasi una sorta d'iniziazione al senso dell'appartenenza ad un'intera cultura. Nell'opera recente di Maria Teresa Carbonato, il tema della soglia è proposto in diverse sfaccettature. E' dalle soglie, logorate dallattesa e dalla speranza, che Carbonato vede la realtà'.
Innanzitutto, il tema domestico e familiare è un tramite per legarsi saldamente all'esistenza tutta. Da qui la concretezza con cui Carbonato ritrae ciò che vede nel reale. Ma, sempre guardando da una soglia. E' da lì che si aprono porte e finestre, per fare entrare lo spirito di vita. E' sulla soglia che si concentra il passato e il presente, in una dimensione esistenziale profondamente umana, non di chiusura nei confronti della vita, ma di apertura, propria di chi su quella soglia ha incontrato una luce che proietta nello spazio e nel futuro del tempo tutte le azioni compiute e tutti i progetti ancora da realizzare.
La soglia è cosa umile, umilissima si direbbe. Ha la semplicità che spesso la porta non possiede. Dalla porta, socchiusa o spalancata, si passa sempre e si va oltre. Sulla soglia si resta invece a guardare ciò che sta dietro, ma anche ciò che sta innanzi.
Soglia, tuttavia non è sinonimo d'immobilità. Tutt'altro. Soglia rimanda al contrario allo stupore. Ma anche alla meraviglia, quella che dobbiamo confermare tutti i giorni. La soglia infine è il piccolo luogo della possibilità. Quella che si può aprire al miracolo di una vita intera, dominata da una ricca curiosità piena di sapore.
E le opere di Carbonato sono piene di stupore, espresso dal colore vivo, accompagnato alla materia calda dei suoi pastelli ad olio. Sono i colori e la materia che colpiscono il camminatore attento, che logora la soglia. E' il viandante di Emmaus che avverte la presenza dello spirito di vita, in cui crede, pur con timore. Paura di credere, ma anche paura di non credere, che su quella soglia si manifesta, quasi in punta di piedi.
Soglia di primavera, quando sta per finire l'inverno, quando la calda stagione sta per venire, ma ancora non è giunta. In entrambe si legge la vita, la medesima che vediamo nascosta nelle soglie dell'autunno o dell'inverno. E in questo andare e venire senza confine, ma nella continuità di un tempo e di uno spazio che custodisce una meta, si mette in gioco ogni giorno la totalità di un'esistenza.
In definitiva le soglie di Maria Teresa Carbonato sono un perenne esodo verso una meta che sappiamo sicura, ma della quale non si conosce quasi nulla. Atto di fede che si rinnova ogni giorno, quindi, su quella soglia logora, dalla quale si aprono stanze sempre nuove o sulla quale si affacciano scale che conducono al centro di uno dei tanti labirinti dell'esistenza. Sono le prove, che sempre si ripresentano ad ogni istante.
Ed anche quando sembra di vivere nel pericolo di andare stranamente a picco, dalla soglia si scorge una luce di speranza. Per chi ha ancora occhi capaci di vederla.